Oltre 1.000 panchine tra Serie A e Serie B. Tre campionati di Serie A2 vinti con Pistoia, Siena e Trieste. Due volte nominato miglior allenatore della Serie A nel 2006 e nel 2016. Bastano questi pochi dati per far capire l'importanza che Cesare Pancotto riveste nella pallacanestro italiana. Marchigiano purosangue, nato a Porto San Giorgio dove ha pure iniziato ad allenare nel lontano 1982 con la Sangiorgese, è sicuramente uno dei pezzi pregiati e dei punti di riferimento della nostra pallacanestro regionale e nazionale. E con lui abbiamo cercato di fare un analisi a 360° sui temi d'attualità della pallacanestro italiana.
- Buongiorno Coach, solamente due stagioni fa è arrivata la nomina a miglior allenatore della Serie A. Oggi che è senza squadra come occupa il suo tempo?
"Principalmente sto investendo su me stesso, vedo tantissime partite: Europei, Serie A1, Serie A2, Coppe. Lo faccio soprattutto per cercare di capire come si evolve il basket. Storicamente i mesi successivi ad una competizione come gli Europei sono molto indicativi per vedere in che direzione va questo sport."
- Quali novità tecniche hanno messo in mostra le prime giornate del massimo campionato italiano?
"Non ci sono state novità eclatanti, anche perchè al giorno d'oggi non si inventa nulla. Principalmente sto notando una maggiore cura dei particolari: Brescia, ad esempio, che è ancora imbattuta dopo sei giornate sta facendo una grandissimo lavoro nel curare i dettagli, facilitata anche dal fatto di aver cambiato molto poco rispetto alla passata stagione. Anche altre squadre come Venezia, Torino e Bologna prestano la massima attenzione ai minimi particolari."
- Quanto è difficile non riuscire a trasferire subito in campo tutti gli appunti e le nuove idee che le vengono?
"In questo momento accumulo energia ed idee, non mi faccio assolutamente prendere dall'ansia dello stare fuori. Mi preparo nel migliore dei modi per quando sarò di nuovo chiamato in causa, in modo da essere pronto."
- Nella sua lunga carriera ha allenato squadre di tutti i tipi. Ce un progetto particolare per il quale si rimetterebbe volentieri in gioco?
"Io cerco di dare forza a ciò che ho fatto ed a tutte le mie esperienze passate. In ogni nuova opportunità ci sono degli aspetti da cogliere e c'è la voglia di mettersi in gioco. Non nascondo che mi piacerebbe allenare una squadra di Eurolega, competizione che ad oggi rappresenta il top che c'è in Europa. Potermi testare in una manifestazione del genere sarebbe molto stimolante."
- Sei giornate sono poche per dare un giudizio, ma quale pensa sia il livello dell'attuale Serie A?
"Io credo che ci sia un'ottima qualità in quelle squadre che al momento occupano le prime posizioni della classifica. Per tutte le altre invece credo che sia fondamentale il lavoro di sviluppo che si fa durante la stagione. Noto comunque un miglioramento generale rispetto ai campionati precedenti."
- Milano rimane la favorita per la vittoria dello Scudetto oppure pensa ci possa essere qualche sorpresa?
"Milano rimane la favorita soprattutto per la cultura alla vittoria che possiede e per l'abitudine a giocare ad alti livelli. Hanno anche un allenatore che è abituato a vincere e questo è importante. Subito dietro però vedo molto bene squadre come Venezia ed Avellino che penso saranno competitive fino alla fine."
- Quali potrebbero essere le possibili sorprese?
"Ci sono diverse squadre emergenti che possono fare bene. Mi riferisco soprattutto a Torino, Brescia, Virtus Bologna e Sassari. Hanno tutte le carte in regola per recitare un ruolo importante e per togliersi delle soddisfazioni."
- E tra i giocatori, magari meno conosciuti, chi pensa che possa emergere nel corso della stagione?
"Una degli emergenti, che già si sta ritagliando un ruolo importante, è sicuramente David Okeke, un ala piccola del 1998 che gioca a Torino, e che possiede grandi mezzi fisici. Lui può essere una delle rivelazioni del campionato."
- Parliamo un attimo della nostra unica rappresentante in Serie A. Che stagione aspetta la Vuelle Pesaro?
"Sono una squadra molto giovane che ha energia, entusiasmo e voglia di lottare per raggiungere l'obiettivo. Hanno ben chiaro in mente quello che deve essere il loro obiettivo, e penso che possano avere le carte in regola per farcela. Le prime quattro giornate sono state davvero positive al di là dei risultati, poi è arrivato l'infortunio di Little e la brutta prova contro Cremona, un inciampo che comunque ci può stare. Ma penso che alla fine possano centrare la salvezza."
- In Serie A2 invece non poteva esserci inzio migliore pe Jesi e Montegranaro. Cinque vittorie, secondo posto, e Domenica prossima un derby che si preannuncia bellissimo.
"Sono entrambe due società che hanno una struttura ben definita ed un progetto chiaro. L'Aurora Jesi ha dalla sua parte la storia, l'abitudine a stare a certi livelli, la continuità nel progetto. Negli ultimi hanno sempre centrato gli obiettivi che si erano posti secondo le loro possibilità. La Poderosa Montegranaro invece rappresenta una città che vive di pallacanestro. Hanno tante idee, tanto entusiasmo, ed in estate hanno scelto i giocatori giusti per la loro prima esperienza in Serie A. Mi piace sottolineare che entrambe sono allenate da due allenatori molto giovani, preparati che hanno idee ben chiare e che soprattutto riescono a trasferirle sul campo."
- Negli ultimi anni le nazionali giovanili hanno avuto buoni risultati. Perchè si fa tanta fatica a vedere giocatori italiani ritagliarsi uno spazio importante a livello senior?
"Io penso che alla base di tutto ciò ci sia un pò di ipocrisia: si cerca di scaricare tutte le responsabilità sullo scarso impiego degli italiani agli allenatori ed alle società di Serie A. Innanzi tutto dobbiamo aumentare il numero dei tesserati e degli allenatori, o per meglio dire degli insegnanti di pallacanestro. Molto spesso accade che quando ad un giocane viene attaccata addosso l'etichetta di "bravo", lui interrompe il suo processo di miglioramento. Non bisogna mai smettere di migliorarsi e di fare sacrifici per raggiungere un obiettivo. Chi è "bravo" lo deve dimostrare giorno dopo giorno, anche perchè posso dire tranquillamente che chi vale lo spazio lo trova sempre."
- Un ultima battuta sull'esperienza della Nazionale italiana agli ultimi europei.
"Abbiamo centrato il risultato che era nelle nostre possibilità. Mi è molto piaciuto lo spirito con i quali i ragazzi sono scesi in campo e l'organizzazione. La squadra è riuscita a concretizzare il credo del proprio allenatore, nel quale tutti nutrivano la massima fiducia. Forse abbiamo un pò patito a livello fisico, ma dobbiamo iniziare a sviluppare il lavoro con i giocatori che abbiamo senza fasciarci la testa a tutti i costi per ciò che non abbiamo."
Giuseppe Contigiani