Chieti, Massimiliano Del Conte ''Avanti con coach Maffezzoli. La nostra crescita passerà anche dal settore giovanile''

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Siamo di fronte ad una delle stagioni più complicate per la pallacanestro italiana, una stagione fortemente condizionata dal Covid. Un virus che ha colpito anche i ragazzi della Lux Chieti, fermi per svariati giorni a causa delle positività. Ma nonostante le tante difficoltà, i ragazzi teatini stanno disputando uno straordinario campionato. Ne parliamo oggi con il Direttore Operativo del Chieti Basket Massimiliano Del Conte. Massimiliano ci racconterà l’andamento della stagione teatina, gli obiettivi e i programmi per la prossima stagione. Un’intervista interessante, che regala spunti importanti anche a tutti quei ragazzi che vorrebbero intraprendere la carriera di Dirigente Sportivo. Del Conte si soffermerà su quello che è necessario fare per svolgere questo ruolo e sull’importanza del ruolo stesso.

Un giudizio sul campionato fin qui disputato dalla Lux Chieti: aspettative iniziali e considerazioni su un anno atipico dalle mille insidie.
"Le aspettative iniziali erano quelle di fare un campionato che consolidasse la nostra posizione in A2, che cercasse di confermare tutto quello fatto fino ad ora partendo dall’acquisto del Titolo di A2 un anno fa da Montegranaro. L’obiettivo numero uno era, quindi, quello di conservare la categoria. È stata una stagione complicata a livello organizzativo, è stato veramente difficile salvaguardare la salute dei giocatori. Ce la stiamo mettendo tutta tra tamponi (due volte a settimana) e gestione delle trasferte in modo oculato. Devo dire che questo sesto posto finale ci porterà a disputare un play off molto importante. Per quello che era stato preventivato a inizio stagione, siamo sicuramente felici di questo risultato molto importante".

Quanto è stato difficile gestire questo anno sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista finanziario/economico?
"Per quanto riguarda la gestione dell’anno sportivo, mi riallaccio alla prima domanda. Ovviamente abbiamo dovuto tener conto di un budget ridotto su cui ha notevolmente influito la mancanza di pubblico, mancanza che si è fatta notevolmente sentire anche dal punto di visto umano ed emotivo. Per i giocatori diventa veramente difficile giocare partite a porte chiuse. È mancato molto anche il contatto con la gente a fine partita, molti ragazzi aspettano a fine partita i propri beniamini. Abbiamo fatto fatica anche sul lato sponsor, con l’assenza di pubblico che ha decisamente influenzato in negativo questo aspetto. Siamo riusciti, comunque, a collaborare con alcune aziende anche grazie all’aspetto umano e relazionale che ci lega. Tutto questo, però, ci aiuterà a consolidarci il prossimo anno e ripartiremo più forti di prima".

Come sarà la Lux Chieti che verrà? Avete già iniziato a programmare la prossima stagione, sperando di rivedere il pubblico al PalaTricalle e nella speranza di poter tornare il più presto alla “normalità”.
"Stiamo già lavorando per la prossima stagione, ci stiamo vedendo con il coach proprio in questi giorni. A breve allungheremo il contratto di coach Massimo Maffezzoli, perché crediamo che lui sia l’artefice di tutta questa stagione, culminata con il 6° posto. Sarà una squadra molto giovane, ma che avrà il talento giusto e che rispecchi le nostre idee: squadra veloce e che dia spettacolo in campo".

Il tuo ruolo di Direttore Operativo a quali funzioni si riferisce?
"Il mio ruolo di Direttore Operativo è un ruolo che è stato ritagliato in corsa. Io all’inizio ero fuori impegnato con un altro progetto, poi il presidente Marchesani mi ha richiamato a Chieti. Sono stato contento di potermi mettere a disposizione della squadra. È un ruolo di collante tra tutte quelle che sono le parti operative: dal marketing, al rapporto con gli sponsor, alla parte istituzionale fino alla parte sportiva (per quanto riguarda alcuni aspetti). È una sorta di filo che tende a tener salda tutta la macchina operativa della società. Prima di essere una società sportiva siamo un’azienda, bisogna stare attenti ad ogni cosa a livello economico, questo è un elemento trainante del mio ruolo".

Da un punto di vista gestionale il Dirigente Sportivo la vedi come figura a 360 gradi, mentre in Italia spesso questo è un ruolo che si intende solo relativo alla costruzione della squadra: quanto manca al nostro basket un innalzamento della qualità dirigenziale?
"Dal punto di vista dirigenziale ho visto sempre la nostra figura come altamente professionale e altamente formativa. È una figura che deve avere un bagaglio di esperienze da una parte graduale, ma dell’altra deve essere una figura molto specializzata, quindi che abbia le competenze tecnico-legali e finanziarie come preparazione. Ho avuto la fortuna, in questo periodo, di conoscere Claudio Coldebella e parlare con lui di tutto ciò che riguarda il suo sviluppo con l’associazione italiani dirigenti pallacanestro (AVISP)".

L’AVISP è un’associazione che cerca di favorire chi opera a livello dirigenziale nell’ambito della pallacanestro nazionale.
"Penso che sia importante fare formazione per tutti quelli che si avvicinano a questa figura. La formazione è fondamentale, perché le società sportive devono essere viste come aziende e di conseguenza vanno gestite come tali. Deve essere importante capire che è necessaria una formazione per essere performanti per la società e per tutto il movimento".

Settore giovanile: come procede la stagione attuale e come vi state muovendo per ripartire a pieno ritmo a settembre?
"Crediamo fortemente nel settore giovanile, stiamo portando avanti un progetto importante per quanto riguarda il reclutamento, partendo già dal minibasket, con tutti i paesi limitrofi della provincia. Ovviamente quest’anno siamo stati penalizzati dal Covid e il progetto è andato a rilento. Non vogliamo fare troppi proclami con idee troppo ambiziose sia dal punto di vista territoriale che economico. Con il progetto di reclutamento della società, abbiamo fatto grandi passi in avanti e ci apprestiamo a migliorare mese dopo mese. La crescita sarà graduale, grazie anche all’apporto della società satellite il Teate Basket e l’asd Chieti Basket di Cesidio Di Masso. Dobbiamo ripartire dal settore giovanile, è impensabile fare la programmazione di una società di Serie A senza l’apporto dei ragazzi e delle famiglie. La crescita futura della società passa anche da questo; è chiaro che il settore giovanile per noi è importante, anche perché ci lega ad una tradizione passata che vorremmo far riaffiorare (vedasi giocatori del calibro di Mancinelli, Ricci e Leonzio, teatini DOC). Sarà, però, importante non fare il passo più lungo della gamba facendo reclutamento in giro per l’Italia senza badare a spese o senza un progetto locale che possa coinvolgere più ragazzi possibili del nostro territorio".

 

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