I personaggi del basket: Nba, Serie A, giovanili, conosciamo meglio il "Franco Del Moro pensiero"

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Presidente della Victoria Libertas Pesaro nel triennio 2010-2013 e nell'ultima stagione Responsabile dell'Area Sviluppo della Poderosa Montegranaro, oltre ad altri numerosi incarichi di prestigio nel mondo della palla a spicchi, fanno di Franco Del Moro uno dei personaggi più interessanti della pallacanestro non solo marchigiana, ma anche nazionale. Ed è proprio con lui che abbiamo scambiato quattro chiacchiere toccando svariati temi relativi al nostro amato sport.

- Buongiorno Franco, iniziamo con un rapido bilancio del tuo primo anno nello staff gialloblu.
"Come più volte ho dichiarato, aver lavorato quotidianamente al fianco di persone animate da una sana passione per il basket, con entusiasmo e voglia di crescere, è stato per me il vero plus della stagione. Grazie a tutto ciò, le lunghe ore di lavoro pesavano meno, tutto era meno faticoso e anzi, più divertente e piacevole. Confrontare le reciproche opinioni, con l'unico obiettivo comune di migliorare ogni aspetto di una società giovane come la Poderosa, regalava a tutti la consapevolezza di essere sulla strada giusta.
Grazie ad una Proprietà che tutto faceva, tranne quello di far pesare le gerarchie, senza farci sentire la "pesantezza" di rapportarsi con chi avrebbe potuto far valere la logica differenza di importanza, rendendo invece tutto estremamente naturale, quasi irreale a certi livelli societari e mettendo tutti nelle condizioni di stare sereni, abbattendo i muri invisibili dei timori reverenziali e lasciando liberi ognuno di noi, di esprimere opinioni, dare suggerimenti, idee, che nella quasi totalità venivano accettate e poi messe in atto, con grande soddisfazione per chiunque si fosse esposto.
Quindi, non sono solo fiero di aver fatto parte di questa stagione memorabile, ma sono soprattutto grato a chi mi ha permesso di farne parte."

- Una vera e propria macchina da guerra quella della Poderosa, che si è data da fare tanto sul parquet quanto dietro alle quinte.
"Indiscutibilmente i maggiori meriti vanno a chi è sceso in campo, ai nostri fantastici giocatori ed ai vari staff, da quello tecnico, importante e preparato, a quello altrettanto prezioso come quello atletico/sanitario, che ha trasmesso a tutto il gruppo serenità, che sapeva di poter contare su persone affidabili e soprattutto capaci. Ma anche chi non è sceso materialmente in campo, ha davvero fatto la sua parte.
Chiunque fosse impegnato nelle varie mansioni, ha conseguito risultati soddisfacenti, specialmente se rapportati ad un primo anno da neopromossa, dove il salto dalla B alla Serie A2 non è solo uno scatto alla categoria superiore, ma anche e soprattutto il confrontarsi in una serie di problematiche organizzative diverse, che ovviamente richiedono più attenzione e professionalità e che, nonostante sbavature e qualcosa inevitabilmente da migliorare, insospettabilmente, abbiamo tutti comunque superato, con risultati positivi e indicibili soddisfazioni."

- Non solo con le prime squadre, ma spesso ti vediamo anche in mezzo ai più piccoli... Qual è secondo te lo stato di salute della pallacanestro italiana?
"Stare con i giovani, oltre a farmi stare sempre in allegria, mi illude di rallentare il mio inevitabile invecchiamento e onestamente percepisco che anche ai ragazzi fa piacere la mia compagnia, per cui mi piace pensare che il vantaggio sia bilaterale.
Riguardo alla salute del nostro amato basket, ritengo che come in diversi settori, si stia subendo in molte piazze, la crisi economica, ma la pallacanestro è emozione pura e molto spettacolare, quindi per quanto faticoso possa risultare reperire sostentamenti economici, per fortuna la stramaggioranza degli sponsor nel basket sono anche grandi appassionati e questo semplifica non poco le cose.
L'accordo con Eurosport (ma anche la LNP TV è una interessante realtà) ha sicuramente consentito agli appassionati di godersi, con pochi euro, una miriade di partite, però si sta parlando di persone già appassionate e follemente innamorate del basket, ma purtroppo per catalizzare l'attenzione di nuovi range di gente che non conosce ancora la spettacolarità del basket e che potrebbero affezionarsi, bisognerebbe trovare un modo per trasmettere molte più partite in tv, in chiaro, perché il fulcro del problema è: come andare alla conquista di nuove generazioni di tifosi? L'unica possibilità che si può avere è quella di far contrarre loro il magico virus della pallacanestro, perché una volta "infettati", si è, per fortuna, schiavi della palla a spicchi per tutta la vita e quindi, più appassionati il basket può vantare, più facile può essere reperire nuovi sponsor, con conseguenti logici vantaggi che potrebbero costituire una crescita inevitabile di tutto il movimento.
Se mi chiedi il parere sullo stato di salute della pallacanestro, ti dico solo di provare a controllare quante sono le Società che pensano prima a strutturarsi bene nell'organico societario e dopo alla composizione della squadra che poi scenderà in campo e poi vedrai, che la risposta l'avresti da solo.
Collegato al mio pensiero precedente riguardo a come mi piacerebbe fosse strutturata una Società modello (che di conseguenza significherebbe migliorare lo stato di salute del movimento), credo anche che, pur capendo le attuali difficoltà di reperimenti economici per tutto, ma riprendere ad investire nei settori giovanili deve essere una priorità, per le Società che programmano e che, ovviamente dopo un iniziale investimento anche pesante, potranno poi in seguito beneficiare invece di vantaggi di varie entità.
Per questo importante argomento, si potrebbe aprire una lunga discussione e ci vorrebbe un'intervista a largo raggio, con opinioni di personaggi molto più autorevoli del sottoscritto."

- Se c'è un record che ha ottenuto la Poderosa, paradossalmente, porta lo zero vicino: stiamo parlando delle zero multe elevate dalla FIP. Un bel merito!!!
"Quello di aver chiuso la stagione con neanche un euro di multa, è un'altra bella e preziosa medaglia che la Poderosa può orgogliosamente appendersi al collo.
Il lavoro volto ad educare i nostri bambini del minibasket e i loro genitori (ai quali ad inizio stagione, abbiamo dedicato e organizzato, con Emanuele Maccaferri, una giornata di Scuola di Tifo), col loro modo sano di tifare, solo a favore e MAI contro e naturalmente senza insulti, hanno di conseguenza contagiato il resto del pubblico, confermando il nostro programma di obiettivi iniziale che, oltre all'ottenere il miglior risultato sportivo possibile, era anche quello di dare una identità genuina e pulita a questa giovane Società emergente del fermano, attenta a 360°, dal campo al sociale, abbattendo fin da subito i muri, spesso stupidi, delle ostilità sportive, trasformando invece tutto in una apprezzata ospitalità da ogni squadra che è venuta a giocare al PalaSavelli e dai loro tifosi al seguito, regalando un grande ritorno d'immagine alla Poderosa e a tutto il territorio."

- Progetti per la prossima stagione?
"Il progetto per la prossima stagione è sicuramente di dare un seguito a tutto il certosino lavoro fatto quest'anno, migliorando il tiro su alcuni aspetti che vanno perfezionati, consolidando la programmazione di sviluppo, sportivo e sociale. Sinceramente non ho ancora parlato del mio futuro in Poderosa, ma la mia intenzione - e sono convinto anche da parte della Proprietà - sia quella di proseguire insieme nel progetto di sviluppo e crescita che, assicuro ai nostri sostenitori, è un programma davvero interessante e di spessore, con attenzioni a 360° che con tempo e pazienza, potranno riservare grandi soddisfazioni a tutti."

- Senza fare alcun riferimento, il panorama cestistico marchigiano se non è in crisi, sta comunque attraversando un periodo difficile. Un tuo suggerimento, consiglio, monito, da uomo anzitutto appassionato di basket?
"Come già detto precedentemente, la costrizione economica non riguarda solo lo sport e non certo solo la nostra regione, creando incertezza e imprevedibilità; vero è che se gli utili aziendali calano e le prospettive imprenditoriali diventano sempre più di difficile interpretazione, raccogliere sostentamenti per le Società sportive diventa sempre più complicato.
Non ho consigli particolari, ho i miei pareri, come ho espresso nelle precedenti domande e che ritengo essere armi in più da poter sfruttare quando, esponendo i programmi societari ai probabili sponsor, tali progetti potrebbero risultare interessanti e utili per chi decidesse poi di aiutare una Società.
Le squadre marchigiane, proprio come la gente che vive in questa bella regione, sono abituate a rimboccarsi le maniche e, se capaci di toccare le corde giuste del cuore degli imprenditori insieme ai propri dirigenti, possono di certo raggiungere alla fine l'obiettivo di avere a disposizione la somma necessaria per regalare ai propri sostenitori, l'ennesima stagione sportiva ricca di gioie, anche qualche inevitabile delusione, ma di sicuro di grandi emozioni indimenticabili."

- Sappiamo che sei molto appassionato di basket NBA. Un pronostico sulla finale?
"Mi piace tutto il basket, ma alla NBA preferisco di gran lunga la nostra appassionante Eurolega. Della NBA seguo con attenzione particolare solo le Finali, che mi tengono sveglio in piena notte. Riconosco lo strapotere fisico e non solo di Lebron James, ma - senza ancora sapere il risultato di gara 2 - ritengo Golden State più squadra e quindi favorita per il titolo."

- Quale potrebbe essere uno dei primi progetti per rilanciare la pallacanestro italiana?
"Non ho le competenze nè la presunzione di poter consigliare quale possa essere la soluzione o la panacea per un rilancio del nostro basket, ma molto di cosa penso te l'ho già detto nelle precedenti risposte alle tue domande. Posso solo ribadire che amo profondamente questo sport e che ritengo essere il più spettacolare e continuamente emozionante, con un grande scoglio principale da superare che secondo me è che purtroppo, che ancora molta gente non lo conosce e che se si trovasse una formula magica per "infettare" nuovi proseliti al basket, la pallacanestro volerebbe, perché una volta entrati in contatto con esso, è impossibile farne a meno. L'emozioni, le gioie, le arrabbiature sono tutte così velocemente alternate l'una con l'altra, che l'adrenalina data dal basket è, per fortuna, unica. Questo è quello che bisognerebbe cavalcare."

- A livello giovanile siamo tra i migliori d'Europa, poi i giovani si perdono appena sbarcano nel mondo senior. Qual è il tuo pensiero?
"Credevo tu mi volessi bene. Questa, come d'altronde anche alcune tue domande, sono fatte per mettermi in difficoltà. Anche con questo argomento, come negli ultimi, sarebbe necessaria una tavola rotonda e molto tempo per analizzare le problematiche e provare tutti insieme a trovare le soluzioni, ma, mi metti sotto e cercherò brevemente di darti il mio parere. I giovani si scontrano in una realtà odierna, dove purtroppo i risultati sono determinati per la "vita" della Società (che non può dare ai propri sponsor una identità perdente), del Coach (che se non porta risultati, viene esonerato e quindi preferisce non rischiare e gioca con i suoi anziani pretoriani), i tifosi che sulla carta dicono che vorrebbero vedere giocare i giovani virgulti, ma poi non hanno pazienza di tollerare le inevitabili ingenuità dell'inesperienza e alle prime sconfitte, cominciano a mugugnare togliendo serenità all'ambiente e ai giovani Quindi... tutto molto difficile, a meno di avere una Società forte, unita e coesa, con progettualità, però, se ci pensi… allora tutto torna. 
Voglio, comunque, chiudere questa chiacchierata con te con la frase che da sempre mi identifica e nella quale credo fermamente: ...viva il basket, di ogni colore, ...sempre!!!"

Nicoletta Canapa

 

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