
Intervistato da Giulia Arturi su “La Gazzetta dello Sport”, Alessandro Pajola ha raccontato le sensazioni della vittoria dello scorso giovedì contro la Turchia da capitano: “Mi ha lasciato tanta gioia e un senso di responsabilità. Un compito bello ma impegnativo. Ero teso: la Turchia è una squadra molto forte, la sfida era difficile, su un campo ostico. Sapevo che quell'evento l'avrei comunque ricordato e il fatto che sia stata una vittoria e una gran partita di squadra è felicità”.
Tolleranza e condivisione sono i diktat del ct Pozzecco: “Sono cose semplici, ma devono diventare abitudini perché sono due dogmi sui cui non si transige per stare in Nazionale. Ma in un gruppo così è davvero semplice stare bene. Per il mio stile di gioco condividere la palla viene naturale: in Nazionale poi, dove l'unica dinamica che conta è stare insieme bene in campo e fuori, diventa più facile”.
In cosa lo ha migliorato l’Eurolega? “Dal punto di vista fisico. Si prendono e si danno legnate ad un altro livello. Tengo molto al discorso delle letture: fare la scelta corretta, il passaggio più efficace, la rotazione giusta. E in Eurolega prendere una decisione con un decimo di secondo di ritardo è fatale”.
Le vesti da leader emotivo della squadra gli calzano comunque senza troppe difficoltà: “Mi è sempre venuto naturale, senza mai scavalcare nessuno. In un vero lavoro di squadra, ciò che ognuno riesce a fare meglio va condiviso. Magari io non segno una tripla in step back, ma riesco a capire qualcosa prima e cerco di metterla a disposizione”.
Fonte: Lega Basket