Janus Fabriano, Michele Paoletti ''Sarà fondamentale trovare la giusta alchimia fra italiani e americani''

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Il raduno di lunedì pomeriggio al Palasport di Cerreto d’Esi, salutato da tanti tifosi biancoblù, ha sancito il via alla stagione 2021/22. Una delle nuove figure all’interno della Ristopro è Michele Paoletti, nominato general manager e uomo di esperienza nella categoria, in cui ha coperto il medesimo ruolo a Jesi, Recanati e Chieti.

General manager, com’è nato l’accordo con la Janus?
«Sono sempre stato in contatto, nelle ultime stagioni, con Simone Lupacchini e Paolo Fantini. Ci conoscevamo e spesso ci sentivamo dopo le partite delle nostre squadre. Il primo contatto ufficiale c’è stato nel corso della serie playoff contro San Vendemiano, sullo svantaggio 0-2. Avevo comunicato l’addio a Chieti e Paolo mi chiese se sarei stato disponibile per la prossima stagione, perché in caso di promozione in A2 avrebbero avuto bisogno di una nuova figura all’interno dell’organizzazione. Ciò dimostra quanto tutta la Janus credesse al risultato poi ottenuto. Mi hanno invitato ad assistere alla partita decisiva con Cividale, poi dopo un paio di settimane abbiamo definito l’accordo»

Qual è il suo ruolo all’interno della Janus?
«Mi pongo fra società e squadra, per coordinare tutte le figure all’interno. È un ruolo particolare, ma normale allo stesso tempo. Nel corso degli anni mi sono trovato in realtà dove c’era molto da creare, invece per la prima volta arrivo una realtà talmente organizzata che mi limiterò al ruolo classico da general manager. Qui c’è una struttura a livello delle migliori, con sette o otto persone che, ognuna nei propri ambiti, hanno estrema professionalità, pur svolgendo un altro lavoro. C’è da togliersi il cappello per quanto hanno saputo creare, in un percorso partito dalle minors. Sono molto contento di ricoprire questo ruolo, può sembrare strano, ma per me concentrarmi al 100% nel ruolo di gm è un’esperienza nuova».

Quale ritiene sarà la chiave per raggiungere l’obiettivo finale?
La più semplice da capire e la più difficile da attuare: trovare la giusta alchimia fra italiani e americani. Il ds e il coach in primis hanno svolto un lavoro egregio, perché hanno preso due americani di valore: Smith è il profilo giusto per una neopromossa e Davis ha dimostrato in Italia di saper far canestro. Fra gli italiani, ognuno ha un motivo di orgoglio, vuoi perché viene da alcuni anni nella categoria inferiore, o da un infortunio o perché non ha mai avuto la chance di confrontarsi con la A2. Vedo atletismo, esperienza, e soprattutto tanta fame e voglia di dimostrare».

Fonte: ufficio stampa Janus Basket Fabriano 

 

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