
Intervistato da Walter Fuochi su “La Repubblica – Bologna”, coach Jasmin Repesa ha parlato di come a Trapani si possa pronunciare la parola Scudetto: “Si può, ma è troppo presto. Oggi c'è un sogno, un desiderio, una fame. Sappiamo che sarà dura, crediamo che questo playoff sarà più equilibrato degli ultimi. Nulla più, finché non si comincia”.
Cosa lo ha convinto ad accettare la sfida di Trapani? “I primi colloqui col presidente Antonini. Mi chiarì le ambizioni della società, mi illustrò il progetto. Ascoltai le sue parole, ma fu venire e vedere le strutture a convincermi che faceva sul serio. Poi la squadra è stata costruita nel modo giusto. Non è scontato, arrivando dall'A2. Non puoi tenerne più di 4-5, ma a noi andava bene. Gente come Notae, Horton, Alibegovic era fuori norma per l'A2, già pronta per l'A. Abbiamo azzeccato gli inserimenti, poi all'inizio ci sono state cose belle ed errori, ma dovevamo conoscerci. Petrucelli e Galloway in A avevano giocato, Robinson, il play che doveva dirigere, era una scommessa”.
Repesa si è ambientato al meglio in Sicilia: “Io mi sento un uomo del sud. Vivo a Dubrovnik, l'ultima città sulla costa croata, al confine col Montenegro, conosco e amo questa mentalità. Ho trovato gente calorosa e rispettosa, poi questa Sicilia "selvatica" è stata una scoperta quotidiana, diversa da tutti i posti in cui avevo lavorato. Trapani è grande il giusto per la mia età, perfetta per fare sport, con un palasport nostro 24 ore su 24. Mi aspettavo una risposta forte, ma 3.500 abbonati in due giorni andarono oltre ogni previsione. Bella gente, tifosi caldi ma senza eccessi, per vivere ogni partita come un evento e seguirci in tanti fuori. A Bologna già martedì annunciavano l'esaurito, ci prendiamo il piccolo merito di farne parte anche noi, con gli 800 trapanesi che verranno su. Chi li sposta in Eurolega tanti tifosi? Io dico neppure Panathinaikos e Olympiacos”.
Domenica ci sarà la sfida per il primo posto contro la Virtus: “Sono curioso. Soprattutto di come risponderemo alla loro fisicità, ai dieci chili in più che la Virtus avrà in ogni posizione. Ci serve la gara perfetta. Intelligente, oltreché fisica. All’andata sbagliai anch'io, conoscevo poco la squadra, cercavo ancora buone rotazioni. Tenni dentro Robinson 36 minuti, ci aveva trascinato da -19 a +5, poi fece gli ultimi errori. Decisivi, era sfinito”.
Fonte: Lega Basket
Photo Credits: Alfonso Alfonsi