Durissimo comunicato del Basket Fermo dopo le decisioni del giudice sportivo

Una giornata di squalifica per Michele Angeloni e 50 euro di multa per la società a.s.d. Basket Fermo. Questo è il risultato della partita di sabato scorso tra la TiEmme Basket Fermo e l’Halley Informatica Matelica, ultima partita di campionato regolare di serie D girone A, nella quale la poca attitudine degli arbitri a condurre una gara tesa fino all’ultimo millesimo di secondo ha condizionato la partita e scatenato inevitabili ma, vi posso assicurare, composte proteste (chi ha un po’ di memoria ricorda ben altre forme di protesta ben più gravi). Sarebbe curioso sapere quali compiti l’addetto agli arbitri non ha compiutamente assolto o cosa possa aver fatto Michele Angeloni di così grave per avere una gara di squalifica.

Noi sappiamo cosa hanno fatto gli arbitri, molto di più di quello che abbiamo scritto, e se vogliono possiamo rendicontare tutto, ma non avranno nessun euro di multa (anzi, credo che verranno pure pagati) né turni di squalifica. Qualcuno potrebbe pensare che 50 euro, in fondo, sono poca cosa e che una giornata di squalifica passa presto. Non è vero. La quasi totalità delle nostre società sportive, e sicuramente la nostra, vive di passione per questo sport, e solo di questo. Passione dei dirigenti, che negli interstizi di tempo tra lavoro e famiglia si dedicano gratuitamente a servizio dello sport che amano, e soprattutto passione degli atleti, i quali non avranno mai la possibilità di solcare parquet di palazzetti importanti ma godono ugualmente della possibilità di giocare insieme agli amici il fine settimana, di allenarsi con loro e magari terminare il tutto con una pizza e una birra.

È avvilente e demotivante trovarsi multati e saltare una partita soltanto perché dopo aver giocato quaranta minuti con il sudore e l’impegno di ragazzi appassionati di questo sport si ha la palese impressione di aver subito un torto arbitrale (per altro macroscopico) e si chiede conto delle scelte effettuate: come immaginano i direttori di gara ci si debba comportare in casi del genere? Sorrisi e pacche sulle spalle? Sarebbe sufficiente applicare un po’ di buon senso sia nello scrivere i referti arbitrali sia nelle sentenze dei giudici sportivi per continuare ad alimentare la passione per la pallacanestro.

E invece il buon senso sembra abiti in luoghi lontani e la passione viene sempre meno. Basti vedere, per esempio, l’organizzazione del calendario: in una società, come la nostra, dove la quasi totalità degli atleti per fortuna ha un lavoro (e gli altri comunque studiano, non sono professionisti della pallacanestro) le ultime quattro trasferte, per non parlare di quelle del girone di andata, tutte infrasettimanali e a decine di chilometri da casa. Sfido chiunque a correre e giocare decentemente dopo 8 o 10 ore di lavoro alle spalle e svariate decine di minuti di automobile. Per ora resistiamo. Affronteremo i play off con la solita serietà e professionalità. Ma non sappiamo quanto ancora durerà.

I dirigenti
a.s.d. Basket Fermo 

 

© Riproduzione riservata
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