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Riccardo Visconti, dopo il convincente debutto con la Nazionale Italiana contro l’Ucraina, si è aperto a Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport”, rispondendo alla domanda sul fatto di essere arrivato abbastanza tardi a vestire la canotta azzurra: “Francamente non mi sono mai posto il problema perché da sempre sono abituato a lavorare duro per migliorare e guadagnarmi ciò che ottengo col sudore. Ho vinto due medaglie con le nazionali giovanili, ma l'esordio contro l'Ucraina resta e resterà un momento indimenticabile. Quando Pozzecco mi ha chiamato per entrare non ho avuto troppo tempo di pensare a cosa stesse accadendo”.
Pesaro ormai è la sua casa: “Alla Carpegna Prosciutto si sta costruendo un bel progetto. Come dirigenti ci sono due totem della pallacanestro italiana come Costa e Magnifico, un legame importante con il passato. E un coach eccezionale come Repesa: ho accettato Pesaro dopo la sua telefonata, ci ha messo un attimo a convincermi. Lui è come un professore universitario di pallacanestro con la sua conoscenza infinita”.
Visconti ha lasciato Torino da giovanissimo per inseguire il sogno di diventare un professionista: “Avevo 13 anni, ma giocavo da quando ne avevo 4. Seguivo mia sorella Alessandra che stava in serie A, e da bimbetto ricordo il mio primo canestro. Lo feci con una palla di carta durante l'intervallo della sua partita. Penso sia stato un segno. Poi a 13 anni ho fatto le valigie per andare a Venezia. Mamma non era d'accordo, ma quando giovedì si è commossa accanto a papà in tribuna, vedendomi in azzurro, credo mi abbia dato ragione”.
Fonte: Lega Basket
Photo Credits: Alfonso Alfonsi
03/06/2023 - 13:45
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